Stiamo vivendo una strana Estate di San Martino qui in Friuli. Non è raro avere un clima mite per qualche giorno a novembre. Ma per qualche motivo quest’anno questo periodo sta durando decisamente più del previsto, creando una specie di buco spazio-temporale.
E sta addirittura peggiorando. Le giornate si accorciano sempre di più, e ormai fa buio così presto che mi ritrovo letteralmente a preparare la cena mezz’ora prima del solito. E ovviamente i vari lockdown sono tornati. Tutto questo mi confonde. Siamo tutti confusi. E secondo me presto saremo ancora più confusi.
Perché? Ma perché ci avviciniamo al Natale. Il periodo dell’anno in cui di solito iniziamo a provare una specie di nostalgia. L’oscurità si fa più profonda intorno a noi e sentiamo un bisogno di connessione con le altre persone. Anche il nostro bisogno di appartenenza si rafforza. Come faremo a frequentare gli altri e a soddisfare questo bisogno durante la seconda ondata della pandemia?


Retrospettiva del Lavoro sull’Ombra
Come affrontato in un precedente articolo, il mese scorso ci avrebbe condotto ad occuparci maggiormente della nostra Ombra: le parti della nostra anima che facciamo più fatica ad accettare. Come saprete, questo processo di riconoscimento, elaborazione e integrazione di questi aspetti di noi prende il nome di Lavoro sull’Ombra, un termine ispirato alla psicologia junghiana.
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Mi considero un libero ricercatore delle discipline spirituali occidentali, in particolare dell’Antroposofia di Rudolf Steiner e della tradizione Ermetica Neoplatonica. Ho una formazione triennale in Astrologia presso la delegazione CIDA di Trieste, il Centro Italiano Discipline Astrologiche. Mi sono laureata in Ingegneria Informatica presso l’Università degli Studi di Trieste.