La fine della primavera è un periodo particolare dell’anno. La luce del giorno diventa strana e il Sole è così alto nel cielo che sembra quasi che non splenda nemmeno. È come se fosse fermo, proprio come suggerisce la parola Solstizio. E in questa quiete il Sole sembra chiamare l’anima umana, quasi assorbendola, trascinandola con sé nelle altezze celesti.
È questa sensazione di “essere assorbiti” che secondo me rende difficile per l’Anima dire che il Sole stia splendendo. Questo perché sebbene sia vero in senso fisico, l’esperienza interiore o animica sembra andare nella direzione opposta. In un certo senso, quando guardiamo qualcosa che irradia forze ci sentiamo allontanati da essa. E non è questo ciò che provo, contemplando il Sole di mezza estate.

Stiamo per lasciare i Gemelli, segno di aria mobile. Tradizionalmente tutti i segni mobili sono considerati “segni doppi”. Questo vale anche per la Vergine, sebbene dal punto di vista simbolico non abbia affatto una doppia natura. I Pesci, Gemelli e il Sagittario invece possono essere chiaramente intesi come aventi un “doppio corpo”.
Questa doppiezza si riferisce al fatto che i segni mobili ci traghettano da una stagione all’altra. Questo significa che durante il loro mese possiamo sperimentare un mix di entrambi gli umori e i sapori delle due stagioni. In questo caso in particolare, i due Gemelli hanno nature molto diverse. Uno di loro, Castore, è mortale; suo fratello Polluce invece, immortale. Possiamo pensare ad essi come ad un’immagine vivente dell’essere umano e della sua natura paradossale. Infatti tutti noi abbiamo sia una veste mortale che uno spirito immortale.
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Mi considero un libero ricercatore delle discipline spirituali occidentali, in particolare dell’Antroposofia di Rudolf Steiner e della tradizione Ermetica Neoplatonica. Ho una formazione triennale in Astrologia presso la delegazione CIDA di Trieste, il Centro Italiano Discipline Astrologiche. Mi sono laureata in Ingegneria Informatica presso l’Università degli Studi di Trieste.